Oltre 150 città in tutto il mondo, mobilitazioni in 33 paesi tra i quali molti che non sono certo famosi per le libertà e le conquiste sindacali: Giappone, Nigeria, Indonesia, Taiwan, Thailandia. E poi in tutta Europa e negli Stati Uniti, paese in cui la protesta è nata prima di globalizzarsi, fino alla Nuova Zelanda, passando per la Corea del Sud e per Hong Kong.
È questo lo straordinario risultato della prima giornata di azione mondiale contro le catene dei fast food: Mc Donald’s, BurgerKing, Wendy’s, Kentucky Fried Chicken, solo per citarne alcune. Ha visto scioperi e azioni accumunate da richieste comuni quali una paga decente e maggiori diritti, che hanno trovato eco nei social network e sulla stampa con gli hashtag/slogan #fastfoodglobal e #lowpayisnotok.
Don't mourn, organize!