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Categoria: Lavoro e diritti

L’articolo 28

C’è un’azienda di gomma plastica situata anella piana fiorentina di nome Plastylenia che gestisce il personale (prevalentemente immigrato di diverse etnie) con metodi non esattemente gentili.
Impone orari massacranti, regole disciplinari non contemplate dal contratto nazionale e crea un clima di paura con frequenti licenziamenti individuali.
Ovviamente in questa situazione il sindacato, soprattutto se alza la testa, va ostacolato.
La condotta antisindacale è vecchia come il cucco e molto presente in varie forme.
Talvolta si può denunciare attraverso un articolo dello Statuto dei Lavoratori, l’art. 28.

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Diritti o premi? Guida alle misure sulla genitorialità

Aggiornata al luglio 2017

-Guida rapida sulle misure di sostegno alla genitorialità
-Baby sitting e libretto famiglia
-Diritti o Bonus? Osservazioni conclusive

Buongiorno! qui trovate una breve rassegna delle misure a sostegno della genitorialità: dai “bonus” degli ultimi anni, alle misure “tradizionali”. Trovate anche alcune info essenziali relative alle nuove norme sul lavoro occasionale per acquisire servizi di baby sitting (e le contraddizioni con il voucher baby sitting dell’INPS..).
Sostenere la genitorialità è importantissimo, ma purtroppo i recenti “bonus” non sono affatto stabili e sono per lo più fintamente universali (rivolti a tutti, ma con fondi limitati) e rischiano quindi di essere discrezionali, iniqui e inesigibili, con un’efficacia scarsa rispetto all’obiettivo di incentivare la ripresa della natalità.
Ma proviamo a farne una rassegna per poi concludere con alcune osservazioni di merito.

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La schiavitù dietro l’angolo

art leftTratto  dal settimanale Left (11/10/2014)
Versione integrale limitata per motivi di spazio.

Non ci sono più i padroni!”: lo abbiamo sentito ripetere come un mantra da chi suppone che il conflitto capitale/lavoro sia oramai un pezzo di archeologia.
Purtroppo chi vive e conosce il mondo del lavoro, o quantomeno chi non professa falsa coscienza, sa che non è così.
Nel mercato globale cambiano gli attori, i contesti, i confini geografici, ma il conflitto capitale/lavoro è presente e purtroppo sempre più sbilanciato a favore dell’impresa: l’instabilità di questo mercato privo di regole scarica, infatti, costi e rischi sul lavoro, per lo più nei suoi segmenti periferici.

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Siamo sicuri che Marta si sentirà piu’ libera?

Bene. Oggi sappiamo che il presidente Renzi pensa a Marta che non ha il diritto di maternità e a Giuseppe che non ha la cassa integrazione.
La cosa mi solleva considerato che il 9 aprile del 2011 eravamo in piazza, migliaia di giovani e precari, a gridare “Il nostro tempo è adesso” e a rivendicare il diritto universale alla maternità, all’equo compenso, alla formazione, alla indennità di disoccupazione, ad avere contratti decenti.
In piazza, quel giorno, la CGIL c’era, ma Renzi non lo abbiamo proprio visto.
A me però a sta a cuore anche la sorte di Filippo operaio RSU in una fabbrica di Capalle che si sta battendo per difendere la dignità sua e dei suoi colleghi, a fronte della volontà dell’azienda di installare videocamere che lo controllino a distanza mentre lavora. Grazie allo Statuto dei Lavoratori Filippo e i suoi colleghi sono salvi dal ricatto dell’azienda, infatti l’ispettorato del lavoro gli ha dato ragione e le telecamere non potranno riprenderli mentre lavorano.

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#fastfoodglobal. Riflessioni sul primo sciopero globale

Oltre 150 città in tutto il mondo, mobilitazioni in 33 paesi tra i quali molti che non sono certo famosi per le libertà e le conquiste sindacali: Giappone, Nigeria, Indonesia, Taiwan, Thailandia. E poi in tutta Europa e negli Stati Uniti, paese in cui la protesta è nata prima di globalizzarsi, fino alla Nuova Zelanda, passando per la Corea del Sud e per Hong Kong.
È questo lo straordinario risultato della prima giornata di azione mondiale contro le catene dei fast food: Mc Donald’s, BurgerKing, Wendy’s, Kentucky Fried Chicken, solo per citarne alcune. Ha visto scioperi e azioni accumunate da richieste comuni quali una paga decente e maggiori diritti, che hanno trovato eco nei social network e sulla stampa con gli hashtag/slogan #fastfoodglobal e #lowpayisnotok.

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